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Il sistema giuridico italiano ha subito un grande miglioramento con l’introduzione dell’obbligatorietà del ricorso al mediatore civile per la risoluzione di alcune controversie avvenuta in due fasi. Nella prima fase l’obbligo è stata stabilito per diritti reali, divisione, successioni ereditarie, patti di famiglia, locazione, comodato, affitto di aziende, responsabilità medica, diffamazione con il mezzo della stampa o con altro mezzo di pubblicità, contratti assicurativi contratti bancari e finanziari. Nella seconda fase l’obbligo è stato esteso a condominio e circolazione stradale (RC auto). La mediazione civile e commerciale è stata voluta con forza per cercare di combattere la lentezza della giustizia civile, appesantita da più di cinque milioni di procedimenti pendenti, con tutte le negative conseguenze che ne derivano. I primi dati confermano che la mediazione è in grado di accelerare di molto i tempi della giustizia, per la semplicità del procedimento di conciliazione, perché il tempo massimo stabilito per legge per la conciliazione tramite mediatore è di quattro mesi e per la semplice ragione che i soggetti in lite sono i protagonisti della mediazione. Il numero di controversie risolte grazie all’intervento dei mediatori è percentualmente molto elevato, tanto che si ipotizza l’estensione della mediazione in altre materie. Solo gli avvocati sembra non abbiano accolto con favore questa rivoluzione, in quanto contrari all’imposizione per legge.